lunedì 23 settembre 2013

Helping Alice

E' sempre così: quando si crea si alternano regolarmente periodi di magra e di sconforto a periodi in cui le idee pullulano.
Per i concorsi vige lo stesso discorso. Nel 2012 ho partecipato ad un unico concorso, quello per il Calendario Tapirulan di cui, tra l'altro, non sono rimasta soddisfatta dell'immagine proposta. 
In questo giorni, invece, ho partecipato a ben 3 concorsi e le candidature sono ancora in fase di sviluppo poiché di sicuro proporrò uno dei miei progetti in corso anche alla Fiera di Bologna per la Mostra degli Illustratori e per un concorso veneto in scadenza a fine ottobre. 
Perché fermarsi se si ritiene di avere un progetto valido? 

Man mano posterò gli aggiornamenti sebbene, il progetto a cui sto dedicando più tempo al momento, non possa ancora pubblicarlo online. Fornisco solo due anticipazioni: sarà un progetto completo con fotografie "dipinte" in digitale e un testo a fronte che ne racconti la storia. Per fortuna non lo sto svolgendo da sola poiché sarebbe stato davvero troppo impegnativo ma ho un valido aiuto che si sta dedicando alla parte di testo che correderà le mie immagini. Ecco qui il suo blog, intitolato AltrArte

In compenso, per non lasciare vuoto questo post, inizio a mostrarvi l'illustrazione sviluppata per il concorso "Amici di carta" indetta dalla Fondazione Ranieri di Sorbello di Perugia ed intitolata "Helping Alice".


"[...] Quando fu sulla porta, scoprì di aver dimenticato la chiavetta d'oro, e quando tornò a prenderla al tavolino, trovò che non ci arrivava più: la vedeva benissimo attraverso il vetro, e fece del suo meglio per arrampicarsi su una zampa del tavolino, ma scivolava troppo; e quando i tentativi l'ebbero stremata, la poverina si mise a sedere in terra e scoppiò a piangere. «Su, non serve a niente piangere così!» si disse Alice, in tono un po' secco. «Ti consiglio di smetterla immediatamente!». In genere si dava degli ottimi consigli (benché poi li seguisse molto di rado), e qualche volta si sgridava con tanta severità da farsi venire le lacrime agli occhi; e una volta si ricordò di aver cercato di prendersi a scarpaccioni perché aveva barato a una partita di croquet che disputava contro se stessa. Questa curiosa bambina amava molto fingere di essere due persone diverse.  «Ma ora è inutile», rifletté la povera Alice, «fare finta di essere due persone! Con quello che mi rimane non c'è nemmeno di che fare una sola persona degna di questo nome!». 


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